Dietro le quinte del fashion system e la moda sostenibile

Settembre 25, 2023 by Valentina

Una sera al Cenacolo Artom a parlare di moda attuale e moda sostenibile

E’ molto interessante parlare di moda con gli addetti ai lavori, e anche di moda sostenibile. Per i detrattori poi non è il momento, vista la situazione mondiale, di celebrare il lusso o l’effimero. La moda però, è un settore importante, non solo per Milano, dove infatti ritorna la fashion week.

La moda non è solo autocelebrazione di un’ essenza elitaria, è passione. Un amore se vogliamo. Fragile, tenero, disperato citando Prévert. La spinta ad inseguire i sogni della tua creatività. Sono miglialia i giovani creativi nelle scuole di moda, pronti ad esordire in un mondo affollatissimo di competitors. La moda però è anche indotto economico. Un’ apertura che vede coinvolta tutta la città, dagli alberghi, ai ristoranti, ai trasporti, le pulizie, tutti i settori lavorativi. Un forte peso economico che, secondo l’assessora allo Sviluppo Economico e Politiche del Lavoro, Alessia Cappello, presente alla serata, supera il record del turismo, e ne beneficia tutta la città.

Arturo Artom, Elisabetta Franchi, Chiara Boni, Simone Guidarelli

Non scordiamo poi che la moda è comunicazione

La semiotica della moda aiuta a comprendere meglio i percorsi emozionali, perchè il valore sociale degli oggetti, non è talvolta l’equivalente di quello reale. La moda non è più il mi copro, ma il mostro un’identità. Sopratutto ora si acquista un oggetto per quello che rappresenta, non per quello che è. Una comunicazione non scritta e non verbale, fatta di sguardi e di interpretazioni. E di like sui social.

Sta poi alla creatività individuale, rendere il prodotto un oggetto del desiderio, chi ti regali emozione. Ogni donna sceglie il suo personale modo di vestire e di essere. In base ai propri gusti e al retaggio del tempo, del suo modo di vivere, e della sua personalità.

Arturo Artom e Maria Cristina Giacomelli

Una serata di racconti con i protagonisti del fashion system

Ho partecipato al Cenacolo Artom, prima della settimana della moda, dove Arturo Artom ha riunito in una splendida serata, nell’ elegante salotto di Maria Cristina Giacomelli, molti esponenti del mondo fashion e dell’imprenditoria. Tra questi, erano presenti anche le stiliste Chiara Boni ed Elisabetta Franchi, che hanno poi sfilato nei giorni successivi. Devo essere sincera, mi è piaciuto moltissimo ascoltare il parere di tutte queste persone, e mi sentivo così piccola in mezzo a tutti questi grandi. Ho cercato infatti di ascoltare il più possibile, di prendere spunti, esempi, consigli, idee, per vivere in questo mondo.

Chiara Boni SS24

La Petite Robe di Chiara Boni

Chiara Boni per esempio, ha iniziato negli anni ’70 con un brand inedito e particolare, You Tarzan Me Jane. Una sperimentazione, rispetto alla moda attuale. Ha raccontato degli anni della sua Milano, in cui era facile incontrare i grandi personaggi, da Bocca a Pomodoro, alle serate. Una città aperta, dove era possibile conoscersi, dove nesssuno rimaneva nel suo guscio settoriale. La comunicazione non viaggiava sui social, non era affidata alle tastiere, ci si incontrava, ci si vedeva. Ha raccontato come, grazie ad una selezionata ricerca sui tessuti, ha quindi lanciato La Petite Robe, coniugando la classe con il tessuto strecht, un sogno per noi donne. Un tessuto che non si stira, sempre perfetto, aderente, e che mette in risalto le tue forme. Un abito che ti valorizza e crea di te un’immagine unica e non stereotipata.

Elisabetta Franchi SS24

Il messaggio di Elisabetta Franchi

Allo stesso modo, ho ascoltato il messaggio lanciato da Elisabetta Franchi. Cosa senti dentro di te? Passione, decisione, volontà, e capacità creativa. Ma se vuoi riuscire ti devi inventare, devi avere fame. Fame intesa non solo nel senso fisico della parola, ma determinazione, coraggio, spinta a non mollare mai. La fame è passione, spirito di sacrificio, non ascoltare la fatica e continuare. La passione, l’amore violento e tenero verso la tua creatività, che ti spinge ad alzarti la notte per scrivere o disegnare. I ritmi della moda sono frenetici, e appena conclusa una collezione devi subito pensare all’altra. E la sua scelta di creare abiti non solo per un’elite di persone, è stata vincente. Se hai dentro l’arte di questa passione, non puoi resistervi.

Sono d’accordo, e quando la vita vuole imbrogliarti e farti cadere, pensa subito a rialzarti e a come superare gli ostacoli. Non c’è nulla di più creativo e fantasioso di come superare la porta che ti ha detto no.

Diana Palomba e Simone Guidarelli

La nuova moda sostenibile

Ma anche il mondo in cui viviamo ha le sue regole e il pianeta non è più lo stesso. Anni di disattenzioni, sprechi, incongruenze, hanno portato a evidenziare che la moda inquina. Una produzione incessante di abbigliamento, con uso di microplastiche, coloranti, consumo di acqua ed energie. Per questo, nell’ambito della Camera Nazionale della Moda, è stata creato un settore dedicato agli stilisti emergenti che hanno scelto di creare moda sostenibile, la Camera Moda Fshion Trust. Ambasciatrice di questo progetto Diana Palomba. Iniziativa per sostenere i designer indipendenti con supporti finanziari e di business per aiutarli a sviluppare questa moda sostenibile.

Riciclare, non sprecare, realizzare qualcosa di nuovo da ciò che era già esistente. Uno di questi designer, Marcello Pipitone, disegnava le maglie per la squadra dell’Udinese. Adesso dalle magliette dei calciatori fa nascere un abbigliamento sportwear che lo ha fatto conoscere. Nato in un quartiere che anni fa era periferico, Bonola, ha voluto comunque valorizzare e ricordare il suo quartiere.

Borbonese SS24

L’evoluzione del brand Borbonese

A volte però si tenta una strada nuova, si stravolge completamente un marchio già esistente come Borbonese, per trasformarlo secondo le proprie idee. Lo stile classico della borghesia italiana è stato ricomposto e rivisitato secondo altri canoni. Così ha spiegato Francesca Mambrini, che ha voluto realizzare qualcosa di nuovo, per questo brand, con un occhio anche alla sostenibilità. La sua creatività però l’ha estesa anche un un nuovo marchio di camicie, Phaeonia. Un prodotto di lusso, discreto ma esclusivo, per una donna raffinata.

Uno degli ultimi lavori di Simone Guidarelli

La genialità creativa ha un nome: Simone Guidarelli

Ho potuto ascoltare così anche uno dei fashion stylist più famosi, Simone Guidarelli. Affascinante questo stylist che ama le donne, e ne vuole celebrare la bellezza. Attento osservatore, curioso, come me apprezza le scarpe, la prima cosa che guarda in un outfit. Lo so bene cosa vuol dire, dopo aver occupato due scarpiere, qualcuna è anche sotto il letto. Il suo consiglio? Guarda sempre dentro te stesso. Significa non affidarsi mai agli altri, ma di investire sulle proprie emozioni. Esplora il tuo mondo, se hai dentro di te questa forza, questo talento, questa passione creativa, lasciati guidare dal tuo istinto.

Per me però la moda rimane bellezza. La femminilità, il sentirsi bene nella propria essenza e nell’abito. Amo l’idea che l’abito ti trasformi, delinei la silhouette. So di non essere politically correct, rispetto alla nuova moda fluida, ma lo indosso io. E l’abito fa il monaco, e pure il vescovo e il cardinale. Preferisco indossare qualcosa che mi differenzia, invece dell’omologazione. Siamo la patria di grandi bellezze, con capolavori artistici che hanno sfidato il tempo. Siamo conosciuti nel mondo per la grande artigianalità, per la nostra creatività sartoriale. Perché lasciare ad altri questo patrimonio presente da secoli? Continuiamo a produrre bellezza, magari un giorno anche il mondo la raccoglierà.

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